I seminari "Redemptoris Mater"

 

 

Seminari Diocesani Missionari "Redemptoris Mater"


Seminario Diocesano Missionario Redemptoris Mater

Kampala (Uganda)

Kampala, 29 dicembre 2013

Festa della Santa Famiglia di Nazareth

             Carissimi fratelli, sorelle, benefattori e amici, la Santa Famiglia di Nazareth, che contempliamo in questo tempo del Natale “esperta del soffrire” nella sua umile e docile obbedienza alla volontà di Dio, doni a tutti voi, all’Africa e al mondo intero la pace.

             Con un po’ di emozione vi scrivo per la prima volta da Kampala, in Uganda, dove sta nascendo un nuovo Seminario “Redemptoris Mater”; come molti di voi sanno, il 21 settembre scorso, nella festa di S. Matteo Apostolo, durante la Convivenza dei Formatori, Catechisti e dei nuovi seminaristi, Kiko, Carmen e Padre Mario hanno accolto la richiesta fatta già due anni prima dall’Arcivescovo di Kampala Mons. Cyprian Kizito Lwanga di aprire un Seminario Arcidiocesano Missionario Internazionale per la Nuova Evangelizzazione e per portare nelle Parrocchie, nelle diocesi dell’Uganda, dell’Africa e del mondo intero un itinerario di Iniziazione Cristiana attraverso il Cammino Neocatecumenale.

             Il Signore ha voluto che dopo aver aperto il SRM di Namur in Belgio e aver iniziato e accompagnato per dodici anni quello di Goma nella RDCongo, potessi “fondare” anche questo SRM a Kampala, in Uganda, la terra dei Martiri Ugandesi ma anche di tante sofferenze vissute negli scorsi decenni con le dittature di Idi Amin, Milton Obote e Tito Okello Lutwa (sconosciuto ai più, ma di una violenza terrificante); L’Uganda è un paese bellissimo disteso sulle acque del Lago Vittoria ma pieno di tribalismo, violenza e ormai secolarizzato all’africana… Kampala, una grande città abbastanza moderna di circa tre milioni di abitanti è, alla prima impressione, un enorme mercato o supermercato dove si compra e si vende di tutto, dalle cineserie alla dignità di migliaia di ragazze e anche ragazzi che si prostituiscono e si vendono per qualche soldo.

             È impressionante lo spettacolo di alcuni quartieri che sono un vero bordello a cielo aperto (a partire dal primo pomeriggio) in un caos che fa’ paura; penso sia la situazione di tutte le grandi metropoli dell’Africa e non solo, ma è la prima volta che vivo in una grande città africana.

             Come sempre penso che sia buona cosa fare un po’ di storia del nostro nuovo Seminario: 

 

-         Sabato 21 settembre 2013 a Porto San Giorgio è “nato” il Seminario Redemptoris Mater di Kampala; Kiko mi ha proposto come Rettore e mi ha dato sei ragazzi, tre già con l’Admissio fatta, un ugandese che era stato nel seminario di Goma durante due anni per un tempo di discernimento e due sudamericani nuovi di zecca;

 

-         Lunedì 23 settembre l’Arcivescovo di Kampala mi ha ricevuto assieme al responsabile dell’equipe itinerante dell’Uganda, Giovanni, nella casa S. Marta in Vaticano, dove era andato per chiedere al Papa Francesco di visitare l’Uganda nel corso del 2014, anniversario della canonizzazione dei 22 martiri ugandesi celebrata solennemente da Paolo VI durante il Concilio Vaticano II, il 18 ottobre 1964; il Papa ha detto che farà di tutto per venire qui nel 2014, forse in ottobre, o l’anno successivo.

 

-         Mons. Cyprian mi ha accolto con grande gioia come formatore del futuro seminario e si è detto entusiasta del “regalo” che Dio gli aveva fatto con questo evento di grazia.

-         Con l’Arcivescovo ci siamo dati appuntamento a Kampala per la metà di ottobre e effettivamente siamo arrivati il 16 e 17 ottobre, cinque ragazzi e io (il sesto, un boliviano è arrivato il 29 novembre per problemi di visto); i sei seminaristi del “nucleo fondativo” (come lo chiama Kiko) del nuovo SRM di Kampala sono: Andrea, romano, del SRM di Roma, Davide, anche lui romano, del SRM di Goma, Jean Eric del SRM di Douala (Cameroun), Leonard di Masaka (Uganda), Erick di Santo Domingo (Rep. Dominicana) e Yamil Osvaldo di Cochabamba (Bolivia).

 

-         La prima cosa che abbiamo fatto è stato partecipare alla Convivenza Nazionale di Inizio Corso dei Catechisti e Responsabili; e così abbiamo conosciuto l’equipe degli itineranti: Giovanni e sua moglie Maria Teresa (Conegliano Veneto), P. Alvaro del Nicaragua e George, un seminarista del Kenya che sta studiando nel SRM di Dar Es Salaam in Tanzania; abbiamo visto anche i catechisti e alcuni responsabili delle 21 comunità neocatecumenali presenti in Uganda: 9 in tre parrocchie di Kampala, 8 in quattro parrocchie di Masaka, 3 in due parrocchie di Arua e una nuova a Luwero; il Cammino è presente qui da 32 anni.

 

-         La prima settimana dopo la Convivenza abbiamo abitato in un Centro di Accoglienza (Foyer de Charité) di Namugongo, dove c’è stato il martirio della maggior parte dei 22 martiri Ugandesi (24 se si contano i due ragazzi beatificati da Giovanni Paolo II nel 2000); abbiamo approfittato per celebrare nella basilica dedicata da Paolo VI ai martiri e dove sono sepolti i resti di Charles Lwanga, il “catechista” del gruppo dei martiri; le ceneri degli altri 13 bruciati sono dentro l’altare di una chiesetta anglicana costruita sul luogo del massacro; in una prossima lettera vi racconterò un po’ la storia meravigliosa di questi martiri.

 

-         Lunedì 28 ottobre ci siamo trasferiti nella Comboni House (un Centro Vocazionale e di Accoglienza dei Comboniani) a Mbuya a Kampala a qualche centinaia di metri da una grande parrocchia di comboniani dedicata a Maria Nostra Signora d’Africa e dove il P. Mario Pezzi con Filippo fecero la prima catechesi nel 1981. Ho visto come il Signore è fedele e unisce con un “filo” misterioso la storia dell’evangelizzazione.

 

-         Quando P. Mario e Filippo hanno fatto la prima catechesi, l’Uganda era immersa in un caos di violenza e guerre civile; infatti nel 1896 l'Uganda divenne un protettorato britannico e lo rimase fino al 1962, anno dell'indipendenza. I decenni successivi sono stati caratterizzati dalle dittature di Milton Obote (dal 1966 al 1971 e dal 1980 al 1985), Idi Amin (dal 1971 al 1979) e Tito Okello (1985-1986); dal 1986 a tutt’oggi il Paese è nelle mani di Yoweri Kaguta Museveni; durante tutti quegli anni ci furono massacri e violenze di ogni genere che hanno lasciato ferite profonde nella popolazione e nella Chiesa.

 

-         Siamo rimasti 40 giorni in questa casa “comboniana”, ma abbiamo visto che non ci permetteva di vivere con i nostri ritmi; i catechisti mi hanno detto che, per varie ragioni, non sarebbe stato possibile che i ragazzi abitassero due a due nelle famiglie e così abbiamo cominciato a cercare una casa; la Vergine Maria ci ha aiutato a trovare presto una casa privata grande e adatta a ospitarci per qualche mese e ci siamo trasferiti lì il 12 dicembre, memoria di Nostra Signora di Guadalupe.

 

-         La casa dove ora abitiamo era completamente vuota e abbiamo dovuto comprare subito letti, tavoli, sedie e un frigorifero; avremmo bisogno di una cucina a gas, di una lavatrice e magari anche di una televisione… La chiederemo ai Re Magi per l’Epifania.

 

-         Nelle prime settimane, ogni sabato abbiamo visitato le tre diocesi in cui c’è il Cammino Neocatecumenale e abbiamo celebrato con i catechisti un’eucaristia con tutte le comunità riunite, per presentare il Seminario e chiedere preghiere e aiuto.

-         Girando un po’ per Kampala abbiamo forse trovato quella che potrebbe essere la nostra vera “casa” in attesa di costruire, se Dio vorrà, un seminario; è una casa grande su due piani, costruita da una coppia che sta in comunità a Kampala e che è stata acquistata dai Sacramentini (guarda caso!) per farne il loro seminario nella capitale. L’edificio vicinissimo al Seminario Maggiore dove i nostri ragazzi vanno già a studiare ed è bellissimo, anche se tutta da ristrutturare; domenica 22, festa di Santa Francesca Saverio Cabrini, l’economo dei Sacramentini mi ha consegnato le chiavi dopo aver salutato l’ultimo affittuario, un uomo politico che vi ha abitato in questi ultimi anni.

 

-         Inutile ripetere che questa casa non solo è completamente vuota (come l’altra), ma è tutta sporca, con bagni primitivi e tutta da tinteggiare, con l’impianto elettrico da rifare e le stanze da ammobiliare, ecc. ecc. ecc. Insomma avete capito!

 

-         Questa casa ha ospitato prima la coppia che l’ha costruita (non so davvero perché così grande!), poi i seminaristi dei Sacramentini per 6 anni, poi un centro per recupero di giovani drogati, alcolizzati e malati di Aids, e infine questo deputato al Parlamento; ma forse era stata costruita per noi… In questi giorni preparerò foto e disegni per mostrarli a Kiko e studiare insieme la possibilità di “trasformarla” in un SRM provvisorio.

 

-         La casa ha almeno 12 stanze, tra cui una specie di cappella; c’è anche un giardino e un grande orto di circa mezzo ettaro dove si potrà coltivare frutta e verdura; c’è anche una specie di edificio annesso con altre stanze; vedremo.

 

-         Sto imparando l’inglese che avevo studiato un po’ ma mai praticato e con la mia faccia tosta va abbastanza bene; due sorelle di Kampala ci aiutano con l’inglese e altri fratelli si stanno rendendo disponibile per lavoretti di elettricità, idraulica, trasporto, ecc.

 

Abbiamo celebrato la S. Messa della Notte di Natale alla parrocchia comboniana di Mbuya con il Nunzio Apostolico, che mi sembra un vescovo molto buono e favorevole a noi; stava prima in Togo e Benin e voleva un Redemptoris Mater.

 

Come potete immaginare è tutto nuovo, siamo ancora niente, non abbiamo un euro, ma come sempre il Signore è fantastico e ci aiuterà in tutto; sento che è vera la parola che mi ha detto Kiko alla Convivenza di novembre, che la cosa più importante è che io per primo diventi umile (Kiko diceva “santo”, anche se la parola è troppo grande per me); pregate per me in ogni caso, che sono un peccatore e un vero impedimento alla sua grazia.

 

            Il Signore che mi ha ritenuto degno di iniziare questa nuova avventura a circa 60 anni completerà l’opera sua; sento un po’ la nostalgia di Goma e del Congo, ma Dio è un artista e gli piace fare cose nuove; sono davvero molto grato al Signore che attraverso Kiko ha dimostrato la sua misericordia e “pazienza” con me. Preghiamo anche noi per tutti voi.

            Un abbraccio.

                                                                                               Don Venanzio Pasotti

                                                                                                          Rettore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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