Il Cammino Neocatecumenale

 

 

Storia del cammino Neocatecumenale nella Parrocchia

 


( 17 Marzo 2009 - Visita Pastorale di S.E. Monsignor Beniamino Depalma: incontro con i laici impegnati )

Il Cammino Neocatecumenale veniva definito da S.S. Giovanni Paolo II quando scrive: «Riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni». Esso è al servizio del Vescovo come una delle modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente nella fede; è dotato di personalità giuridica pubblica e consta di un insieme di beni spirituali quali il “Neocatecumenato” o catecumenato post-battesimale, l’educazione permanente della fede, il catecumenato, il servizio della catechesi.

 In conformità al desiderio del Papa Giovanni Paolo II che enunciava: «Auspico che i Fratelli nell’Episcopato valorizzino e aiutino – insieme con i loro Presbiteri – quest’opera per la nuova evangelizzazione, perché essa si realizzi secondo le linee proposte dagli iniziatori, nello spirito di servizio all’Ordinario del luogo e di comunione con lui e nel contesto dell’unità della Chiesa particolare con la Chiesa universale», il Cammino Neocatecumenale si attua nelle diocesi sotto la giurisdizione e la direzione del Vescovo diocesano e con l’assistenza e la guida dell’equipe Responsabile internazionale del Cammino o dell’equipe responsabile delegata.

 Il Neocatecumenato è uno strumento al servizio dei Vescovi per la riscoperta dell’iniziazione cristiana da parte degli adulti battezzati. Tra questi si possono distinguere coloro che si sono allontanati dalla Chiesa, coloro che non sono stati sufficientemente evangelizzati e catechizzati, coloro che desiderano approfondire e maturare la loro fede, coloro che provengono da confessioni cristiane non in piena comunione con la Chiesa cattolica.

In quanto itinerario di riscoperta dell’iniziazione cristiana, è attuato nella parrocchia, che è l’ambito ordinario dove si nasce e si cresce nella fede, luogo privilegiato in cui la Chiesa, madre e maestra, genera nel fonte battesimale i figli di Dio e li “gesta” alla vita nuova.

Poiché la pastorale di iniziazione cristiana è vitale per la parrocchia, la realizzazione del Cammino Neocatecumenale va coordinata con la funzione propria che ha il Parroco in ciascuna comunità parrocchiale, esercitando, anche con la collaborazione di altri presbiteri, la cura pastorale di coloro che lo percorrono.

 Il Cammino Neocatecumenale mira a promuovere nelle persone un maturo senso di appartenenza alla parrocchia e a suscitare rapporti di profonda comunione e collaborazione con tutti i fedeli e con le altre componenti della comunità parrocchiale.

 All’interno della parrocchia, il Neocatecumenato è vissuto in piccole comunità, in quanto la forma completa o comune dell’iniziazione cristiana degli adulti è quella comunitaria.

Modello della comunità neocatecumenale è la Sacra Famiglia di Nazareth, luogo storico dove il Verbo di Dio, fatto Uomo, si fa adulto crescendo «in sapienza, età e grazia», stando sottomesso a Giuseppe e Maria. Nella comunità i neocatecumeni divengono adulti nella fede, crescendo in umiltà, semplicità e lode, sottomessi alla Chiesa.

 Il Neocatecumenato consta delle catechesi iniziali e dell’itinerario neocatecumenale, ispirato dalle tre fasi dell’iniziazione cristiana: precatecumenato, catecumenato ed elezione, divise in tappe, scandite da passaggi segnati da alcune celebrazioni. Lo scopo definitivo del Neocatecumenato è di mettere le persone, di tappa in tappa, di gradino in gradino, «non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo, «autore e perfezionatore della fede» (Eb 12,2).

 Le catechesi iniziali e l’itinerario neocatecumenale si basano sui tre elementi fondamentali (“tripode”) della vita cristiana, messi in rilievo dal Concilio Vaticano II:  Parola di Dio, Liturgia e Comunità.

Al centro di tutto il percorso neocatecumenale vi è una sintesi tra predicazione kerigmatica, cambiamento della vita morale e liturgia.

Il Neocatecumenato è realizzato, in comunione con il Parroco e sotto la sua responsabilità pastorale e da un’équipe di catechisti; detta équipe, con le catechesi iniziali, avvia un processo di gestazione alla fede in cui si formano le comunità e ritorna periodicamente, di norma una volta all’anno, per condurre i diversi passaggi dell’itinerario neocatecumenale e dare le indicazioni necessarie per lo svolgimento delle varie fasi e tappe.

 Ciascuna comunità neocatecumenale settimanalmente ha una celebrazione della Parola di Dio, di norma con quattro letture e per approfondire la Scrittura «con l’intelligenza ed il cuore della Chiesa», i neocatecumeni si avvalgono soprattutto della lettura degli scritti dei Padri, dei documenti del Magistero, in particolare del Catechismo della Chiesa Cattolica, e di opere di autori spirituali.

 Cardine e fonte della vita cristiana è il mistero pasquale, vissuto e celebrato nel Triduo Pasquale, il cui fulgore irradia di luce l’intero anno liturgico. Esso costituisce pertanto il fulcro del  Neocatecumenato, in quanto riscoperta dell’iniziazione cristiana.

La veglia pasquale, centro della liturgia cristiana, e la sua spiritualità battesimale, sono ispirazione per tutta la catechesi. È per questo motivo che i neocatecumeni sono iniziati gradualmente ad una più perfetta partecipazione a tutto ciò che la santa notte significa, celebra e realizza. In questo modo il Neocatecumenato stimolerà la parrocchia ad una celebrazione più ricca della veglia pasquale.

L’Eucaristia è essenziale al Neocatecumenato, in quanto catecumenato postbattesimale, vissuto in piccole comunità. L’Eucaristia infatti completa l’iniziazione cristiana.

I neocatecumeni celebrano l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità, dopo i primi vespri della Domenica secondo le disposizioni del Vescovo diocesano. La celebrazione dell’Eucaristia delle comunità neocatecumenali al sabato sera fanno parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia e sono aperte anche ad altri fedeli.

La celebrazione dell’Eucaristia nella piccola comunità è preparata sotto la guida del Presbitero, da un gruppo della comunità neocatecumenale, a turno, che prepara brevi monizioni alle letture, sceglie i canti, provvede il pane, il vino, i fiori, e cura il decoro e la dignità dei segni liturgici.

 L’educazione alla vita comunitaria è uno dei compiti fondamentali dell’iniziazione cristiana. Il Neocatecumenato educa ad essa in modo graduale e costante mediante l’inserimento in una piccola comunità aperta alla vita della comunità parrocchiale e di tutta la Chiesa.

Momento particolare di tale educazione è la giornata mensile di convivenza di ogni comunità neocatecumenale. In essa, dopo la celebrazione delle Lodi, si comunica l’esperienza di ciò che la grazia di Dio sta compiendo nella propria vita e si manifestano le eventuali difficoltà. Questo favorisce la conoscenza e l’illuminazione reciproca e il mutuo incoraggiamento, nel vedere l’operare di Dio nella storia di ciascuno.

 La comunità aiuta i neocatecumeni a scoprire il loro bisogno di conversione e di maturazione nella fede: la diversità, i difetti, le debolezze mettono in evidenza l’incapacità di amare l’altro così com’è, distruggono i falsi ideali di comunità e fanno sperimentare che la comunione (koinonia) è opera dello Spirito Santo.

Nella misura in cui i neocatecumeni crescono nella fede, cominciano a manifestarsi i segni della koinonia: il non giudicare, la non resistenza al malvagio, il perdono e l’amore al nemico. La koinonia si visibilizza anche nel soccorso ai bisognosi, nella sollecitudine per i malati, per i sofferenti e per gli anziani e nel sostegno, per quanto possibile, di coloro che sono in missione. I neocatecumeni vengono gradualmente formati a un sempre più profondo spirito di comunione e di aiuto reciproco.

 Il Neocatecumenato forma così progressivamente nella parrocchia un insieme di comunità che rendono visibili i segni dell’amore nella dimensione della croce e della perfetta unità, e in tal modo chiamano alla fede i lontani e preparano i non cristiani a ricevere l’annuncio del Vangelo.

Il Cammino Neocatecumenale è offerto quindi come strumento atto ad aiutare la parrocchia a compiere sempre più la missione ecclesiale di essere sale, luce e lievito del mondo, e a risplendere davanti agli uomini come Corpo visibile di Gesù Cristo risorto, sacramento universale di salvezza.

Il Cammino Neocatecumenale è sorto in Parrocchia oltre vent'anni fa e, ad oggi, sono presenti quattro comunità che vivono tappe diverse dell'itinerario Neocatecumenale.

I circa ottanta fratelli delle comunità, oltre ad approfondire e a maturare la propria fede, contribuiscono, secondo il loro carisma, all'evangelizzazione e alle varie attività pastorali della Parrocchia come il catechismo della prima comunione, la preparazione dei genitori al battesimo dei propri figli, l'animazione della Liturgia Domenicale, il servizio di Ministro straordinario, la partecipazione al consiglio pastorale e alla Consulta parrocchiale e offrono il loro servizio e la loro disponibilità ogni qualvolta il Parroco lo richieda.

Questo tempo vissuto nella Chiesa con la prassi del Cammino Neocatecumenale ci ha resi testimoni del passaggio del Signore nella vita dei fratelli; in particolare con la nascita del carisma presbiterale di Don Giuseppe ordinato nel Maggio 2007, con la disponibilità di una famiglia a vivere l'esperienza evangelizzatrice dell'Implantatio Ecclesiae e con il desiderio di alcuni fratelli di frequentare il Centro Vocazionale.

 

                                                                                                                                                                                     (Bozza del 1991)

           Nella parrocchia di S. Pietro Apostolo a Pacciano in Pomigliano d'Arco il Cammino Neocatecumenale è sorto 11/12/1988 in seguito alla predicazione di alcuni laici, accompagnati da un sacerdote e provenienti da Napoli, tenuta durante il tempo di Avvento di quello stesso anno. Questa predicazione fu richiesta dal Parroco don Carmine Coppola ed approvata e benedetta dall'allora Vescovo della Diocesi di Nola S.E. G. Costanzo, spinti dal desiderio di aprire nelle parrocchie di Pomigliano d'Arco un cammino post - battesimale di evangelizzazione per adulti, soprattutto per coloro che si erano allontanati dalla Chiesa, affinché potessero riscoprire il significato di " essere cristiani ".

Infatti il Cammino Neocatecumenale si propone come un cammino che Dio ha dato alla sua Chiesa dopo il Concilio Vaticano II per aprire nell'interno delle parrocchie un itinerario a tappe di iniziazione cristiana simile a quello che aveva la chiesa primitiva, rivolto all'uomo contemporaneo che sotto la spinta del processo di secolarizzazione in atto vive un cristianesimo pratico affinché possa rinascere alla vita nuova che Cristo risorto ha portato con la Sua venuta. Questo itinerario di formazione cristiana si fa in piccole comunità, sull'esempio della Santa Famiglia di Nazaret, perché il seme che ogni uomo ha ricevuto nel Battesimo possa arrivare alla sua statura adulta.

Il Cammino Neocatecumenale non è un movimento né un associazione, nel senso che si dà a questi termini. E' piuttosto un tempo di intensa formazione al termine del quale i fratelli restano nelle parrocchie formando comunità cristiane adulte, espressione della Chiesa missionaria, per testimoniare al mondo i segni che chiamano l'uomo alla fede ,cioè l'amore nella dimensione della Croce e la perfetta unità.

Molte sono state le parole e gli insegnamenti sul Cammino Neocatecumenale di Paolo VI e di Giovanni Paolo II, ma il documento più importante senza dubbio è la Lettera con la quale il Papa Giovanni Paolo II il 30/08/1990 ha riconosciuto in forma solenne il Cammino Neocatecumenale come "... itinerario di formazione cattolica, valido per la società e i tempi odierni .... " . Il Papa con questa lettera avalla 25 anni di esperienza iniziata in uno dei sobborghi più poveri di Madrid da Kiko Argüelo e Carmen Hernandez estesa oggi a seicento Diocesi, tremila parrocchie e ottantasette nazioni, riconoscendo i frutti di conversione personale e l'impulso missionario.Il rinnovamento che è avvenuto nelle parrocchie grazie al Neocatecumenato, ha provocato infatti una sorprendente spinta missionaria che ha fatto sì che tantissimi catechisti e intere famiglie siano disposti a partire dovunque sia necessario evangelizzare.

Oggi in seguito a successive evangelizzazioni che il Parroco ha richiesto ogni anno e che si sono tenute sempre sotto l'approvazione e la benedizione dell'attuale Vescovo S.E. U. Tramma sono presenti nella Parrocchia di S. Pietro due comunità di fratelli che vogliono riscoprire e vivere pienamente la vita cristiana e le conseguenze essenziali del loro Battesimo attraverso un Neocatecumenato diviso in differenti tappe, simile a quello della Chiesa primitiva, adattato alla loro condizione di battezzati. Queste comunità hanno la missione di divenire, attraverso un cammino di conversione basato su un tripode ( Parola, Eucarestia, Comunità ), il Segno e il Sacramento della chiesa missionaria, aprire una via concreta all'evangelizzazione dei lontani dando, nella misura in cui la fede si sviluppa, i segni che chiamano i pagani a conversione : l'amore e l'unità.

Tutto questo si sta attuando senza creare una chiesa parallela, senza distruggere nulla, vivendo in comunione con tutta la realtà parrocchiale, partecipando alle attività pastorali in obbedienza al Vescovo e al Parroco che è egli stesso presbitero e catecumeno di queste comunità.

 

 

    

 

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