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Lettera pastorale del 1 gennaio 2014 : Dio pose ordine al caos iniziale
Lettera pastorale del 1 gennaio 2012 : Per ognuno arriva il tempo del commiato
Lettera pastorale del 1 gennaio 2011 : Rientro di coloro che si sono distanziati dalla Parrocchia
Lettera pastorale del 1 gennaio 2010 : In Via Dei, Non progregi regredi est
Lettera pastorale del 1 gennaio 2009 : Come vivere la malattia secondo l'insegnamento della Chiesa
Lettera pastorale del 1 gennaio 2008 : Vocazioni sacerdotali'
Lettera pastorale del 1 gennaio 2007 : Adorazione Eucaristica
Lettera pastorale del 1 gennaio 2006 : La Pastorale del "Dopo Sacramenti"
Lettera pastorale del 1 gennaio 2004 : Il problema pastorale della Cresima
Lettera pastorale del 1 gennaio 2003 : Liturgia Penitenziale comunitaria
Lettera pastorale del 1 gennaio 2001 : Decennale della dedicazione della Chiesa Parrocchiale S. Pietro: l'evento di spicco è la catechesi.
Lettera pastorale del 1 gennaio 2000 : Gli anziani e la nostra Chiesa.
Lettera aperta del 21 Febbraio 1996 : Il Consiglio Pastorale: cos'è, cosa fa, come funziona
Il Consiglio Pastorale: cos'è, cosa fa, come funziona.
Cari filiani,
Il Papa Giovanni Paolo II nell'Esortazione Apostolica "Christi fideles laici" del 30 dicembre 1988, all'articolo 27 così si esprime: " L'accenno conciliare all'esame e alla risoluzione dei problemi pastorali con il concorso di tutti deve trovare il suo adeguato e strutturato sviluppo nella valorizzazione più convinta, ampia e decisa dei Consigli Pastorali Parrocchiali".
E' vivo desiderio della Chiesa che operi in ogni parrocchia il Consiglio Pastorale.
Questo funzioni bene con l'apporto convinto dei fedeli, che da esso ricevono e ad esso danno tanti benefici spirituali, morali e materiali. Nella nostra Parrocchia nel 1972 nacque il Consiglio Pastorale che ha sempre operato con fecondità, se pur con alterne vicende.
Quale finalità persegue ?
Esso cura:
Una partecipazione attiva e responsabile alla Sacra Liturgia;
Una catechesi aggiornata ai diversi livelli di ricerca teologica e adeguata alle esigenze socio-religiose della comunità;
Un'autentica azione caritatevole fondata sui valori umani e cristiani dell'amicizia;
Una presenza cristiana nella vita sociale con particolare attenzione ai problemi di interesse locale;
Un'efficiente organizzazione delle attività culturali-sportive-ricreative.
Il Consiglio Pastorale ha uno statuto e un regolamento approvati dalla Commissione di studio approvati il 22 Febbraio 1972, che sono depositati in parrocchia a disposizione dei fedeli. I Consiglieri pastorali sono eletti dal popolo di Dio mediante votazione. Il mandato degli ultimi consiglieri eletti è scaduto da parecchi anni. Fino a quando non si effettueranno regolari elezioni, il sottoscritto a far data dall'1 gennaio 1996 ha nominato i Consiglieri pastorali, il cui elenco è stato pubblicato "ad valvas".
Non vi è chi non veda quanto sia importante la funzione del Consiglio Pastorale.
Per questo motivo desidero evidenziare alcune annotazioni:
Affettuosi saluti a tutti.
Pomigliano d'Arco, 21 Febbraio 1996.
Sac. Carmine Coppola
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Decennale della Dedicazione della Chiesa di S. Pietro: L'evento di spicco è la CATECHESI
Il 3 febbraio 2001 scoccheranno 10 anni compiuti da quando S.E. il Vescovo Umberto Tramma in una cerimonia, semplice e solenne a un tempo, consacrò al culto cristiano la nostra Chiesa di nuova costruzione. Qual'è l'evento precipuo che ha caratterizzato questi due lustri ? Senza dubbio la catechesi.
La voce dei nostri Vescovi.
Circa il sommo rilievo che riveste la catechesi si sono espressi gli ultimi 3 Vescovi della nostra Diocesi.
Mons. Giuseppe Costanzo nella lettera "Illuminati dalla Parola di Dio. Guidati dallo Spirito." (10.10.1983) prendendo lo spunto dalla preparazione ai Sacramenti profferisce parole scultoree: "Emerge l'urgenza della catechesi ... Una vita cristiana che non poggia su una solida catechesi, è costruita sulla sabbia e candidata alla rovina".
Mons. Umberto Tramma nella lettera "Adulti nella fede per una Chiesa di adulti" (Pentecoste 1991) così scrive: "Non si può concentrare il massimo sforzo nella catechesi dei piccoli ma, senza assolutamente abbandonarla, dirigere la propria azione verso una massiccia e capillare opera di rievangelizzazione e di catechesi agli adulti.In effetti, una comunità non si può dire compiutamente cristiana se manca di una catechesi organica di tutti i suoi membri, con una scelta centrale per la catechesi degli adulti, alla quale va riservata un'opzione preferenziale."
Mons. Beniamino Depalma nella lettera "In principio, la Parola" (14.09.2000) all'inizio del suo ministero osserva: "Giovani e giovani adulti, adulti ed anziani ... sono spesso già all'opera nelle nostre comunità parrocchiali per collaborare alla delicata attività dell'iniziazione cristiana e della catechesi, che costituiscono lo strumento privilegiato dell'insegnamento e della maturazione di fede, se inserite in un progetto organico di evangelizzazione della Parola".
Riflessione
Il nostro Consiglio Pastorale ha sempre avvertito come esigenza inderogabile quella di dare e di ricevere una catechesi formatrice e apportatrice di salvezza. Quando si sfogliano le pagine del Vangelo si resta sconcertati da una constatazione: Gesù non ha mai fatto il catechismo ai bambini, ma ha svolto sempre catechesi agli adulti sviluppando la Parola di Dio. Non ci può essere una catechesi seria se non va oltre i corsi di preparazione ai sacramenti: è necessario entrare nel discepolato, cioè entrare in un gruppo stabile per capire e vivere il Vangelo. Per frequentare la propria catechesi, i fedeli si accorgeranno che devono modificare i propri orari, le proprie abitudini e soprattutto le proprie convinzioni. E inizieranno a gustare cosa vuol dire essere cristiani ....
Io stesso, come parroco, ho scelto per me il compito specifico, gioioso e oneroso, di promuovere, ordinare, guidare e fare le catechesi degli adulti. Se incombe a me l'obbligo di dare la catechesi, ai fedeli incombe l'obbligo di parteciparvi. Ho potuto constatare in tanti anni come nella nostra parrocchia da quando si è instaurata una catechesi sistematica si registra un sensibile risveglio delle attività e precipuamente della fede.
Parenesi
Cari fedeli, quante volte voi stessi mi avete detto con l'esperienza alla mano: "Ma qui dobbiamo formare prima i genitori e poi i figli !". Perciò fatevi coraggio. Ricevendo noi la catechesi Gesù viene a salvarci. Non diamo la colpa alla mancanza di tempo: col Signore non si patteggia in termini di tempo, ma ci si butta a capo fitto, senza tema di sbagliare.
Un cordiale compiacimento e ringraziamento vada ai nostri gruppi ecclesiali, perché sono essi che danno l'esempio di una catechesi fervorosa che si dinapa costantemente e gioiosamente nel cammino della fede.
Con affetto
Il vostro Parroco
Don Carmine Coppola
Pomigliano d'Arco 1 gennaio 2001
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<< Usus magister est optimus >>
( l'esperienza è ottima maestra)
Cicerone
Nel campo scolastico si registra una fondamentale differenza di metodo didattico tra chi insegna da un anno e chi insegna da trent'anni.
Il primo è fornito di una grande carica di entusiasmo, ma deve purtroppo prendere decisioni tenendo in mano pochi dati utili. Di conseguenza, data l'inesperienza, le sue determinazioni possono risultare poco fruttuose, talvolta addirittura errate.
Il secondo usufruisce di un notevole bagaglio di esperienze. Ragion per cui, generalmente parlando, egli tenendo conto dei vari pro e contro, prende deliberazioni più assennate e più adatte alle circostanze.
L'Operatore Pastorale
Alla stessa stregua bisogna ragionare nelle attività pastorali. L'operatore pastorale che è alle prime armi reca con sé un grande zelo, ma si deve adattare alle tradizioni già esistenti. Le sue prime decisioni risentono dell'inesperienza del novello operatore. Ma voi immaginate dopo 30 anni quanti svariati casi sono passati per le sue mani, quanta esperienza sofferta e proficua egli ha accumulato.
Ormai le sue deliberazioni sono il risultato di tanti tentativi, di tante illusioni e delusioni. Questo operatore pastorale non può e non deve seguire le proposte di esperienze già vissute e risultate negative, ma deve essere aperto a prove esperienziali nuove, inedite.
Applicazione alla nostra Parrocchia
Così pervengono in Parrocchia delle proposte: cose buone perchè è il segno di vitalità e vivacità. Chi fa la proposta crede sempre di dire una novità. Se è davvero una novità, in genere mi trova d'accordo per farne la sperimentazione. Ma se la proposta ricalca un esperimento che noi abbiamo già vissuto per diversi anni e il risultato è stato negativo, cosa faccio? Come faccio a convincere l'interlocutore che l'esperimento è stato già compiuto? D'altra parte se mi riduco a ripetere le stesse sperimentazioni, senza che me ne accorga passa tutta la vita senza approdare a un risultato positivo. E' opportuno perciò che chi vuol proporre, s'informi precedentemente presso i veterani se si è compiuta questa prova.
Indicazioni
Si offrono questi consigli ai parrocchiani che intendono collaborare:
Diventare inventivi nel fare proposte, che però siano sempre ben ponderate;
Non diventare ripetitori meccanici delle proposte altrui. I collaboratori dapprima facciano una valutazione propria e qualora condividessero le proposte, le presentino agli organismi competenti;
Di ogni proposta chiedere se sono state fatte esperienze e quale è stato il risultato;
Promuovere attività che siano rivoluzionarie nella linea del Vangelo.
Il Signore oltrepassa l'esperienza
Al di là e al di sopra dell'esperienza, è il Signore che opera, che dona e sparge i carismi a chi vuole, come vuole, quando vuole. Immergiamoci nella preghiera per poter cogliere il disegno che il Signore ha per noi e per la Parrocchia.
CERCHIAMO DI SEGUIRE PROFETICAMENTE E GIOIOSAMENTE IL PROGETTO MASSIMALE, NON IL MINIMALE, SCRITTO PER NOI NEI CIELI DALL'ETERNITA'.
Con affetto il vostro Parroco
Don Carmine Coppola
Pomigliano d'Arco 1 gennaio 2002
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